..E' una preghiera, io non voglio denari,
                       solo vino, allegria, calore delle mani..
                                                                  -BandaBardò-
                                            

un po' di musica..

martedì 28 aprile 2009

E' nella semplicità che si nasconde il divino..

"Gli uomini", disse il piccolo principe, "si imbucano nei rapidi, ma non sanno piu' che cosa cercano. Allora si agitano, e girano intorno a se stessi..."
E soggiunse:
"Non vale la pena..."
Il pozzo che avevamo raggiunto non assomigliava ai pozzi sahariani".
I pozzi sahariani sono dei semplici buchi scavati nella sabbia. Questo assomiglia a un pozzo di villaggio. Ma non c'era alcun villaggio intorno, e mi sembrava di sognare.
"E' strano", dissi al piccolo principe, "e' tutto pronto: la carrucola, il secchio e la corda..."
Rise, tocco' la corda, fece funzionare la carrucola. E la carrucola gemette come geme una vecchia banderuola dopo che il vento ha dormito a lungo.
"Senti", disse il piccolo principe, "noi svegliamo questo pozzo e lui canta..."
Non volevo che facesse uno sforzo.
"Lasciami fare", gli dissi, "e' troppo pesante per te".
Lentamente issai il secchio fino all'orlo del pozzo. Lo misi bene in equilibrio. Nelle mie orecchie perdurava il canto della carrucola e nell'acqua che tremava ancora, vedevo tremare il sole.
"Ho sete di questa acqua", disse il piccolo principe, "dammi da bere..."
E capii quello che aveva cercato! Sollevai il secchio fino alle sue labbra. Bevette con gli occhi chiusi. Era dolce come una festa. Quest'acqua era ben altra cosa che un alimento. Era nata dalla marcia sotto le stelle, dal canto della carrucola, dallo sforzo delle mie braccia. Faceva bene al cuore, come un dono. Quando ero piccolo, le luci dell'albero di Natale, la musica della Messa di mezzanotte, la dolcezza dei sorrisi, facevano risplendere i doni di Natale che ricevevo.
"Da te, gli uomini", disse il piccolo principe, "coltivano cinquemila rose nello stesso giardino..." e non trovano quello che cercano..."
"Non lo trovano", risposi.
"E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po' d'acqua..."

"

lunedì 27 aprile 2009

Coltivare le connessioni - Una rete fatta di semi



Dopo aver letto l'articolo del prof. sono rimasta un pò interdetta...  e mi è venuto da pensare a quante cose che oggi ci sembrano normalissime, siamo effettivamente il risultato di una serie di cambiamenti che si sono susseguiti in un lasso di tempo considerevole. 

Noi siamo quasi nati con Internet, ma io stessa non mi ero mai fermata seriamnte a riflettere sulle opportunità che questo stumento ci offre: mille risorse da qui attingere, la possibilità di soddisfare qualsiasi curiosità in ogni campo, l'opportunità di mettermi in contatto con persone all'altro capo del mondo... Tra tutte queste cose, però, bisogna avere la possibilità di scegliere proprio come si fa quando si cerca un fiorne in un campo: il c ampo è pieno di fiori, ma io ne cerco uno che catturi la mia attenzione. Cerco la qualità. Alla stessa maniera facciamo con le persone che circondano: poche di esse entrano a far parte della nostra cerchia di affetti.

E' meraviglioso che ogniuno di noi abbia la possibilità di scegliere e costruirsi da sè la propria serra. Ed è bello sapere che chiunque di noi possieda una capacità particolare o uno spunto utile lo possa piantare come un semino in questo sterminato campo. 
Nasce così una compenetrazione di idee che si alimenta da sola.

Il tono cambia se ci spostiamo su un'altro piano: quello delle relazioni intese come rapporti umani. Le relazioni online possono essere molto fruttose per quanto riguarda il desiderio di conoscenza, la diffusione di informazioni e la comuncazione di notizie, ma la condivisione che si stabilisce tra due persone in rete virtuale resta sempre, a mio parere, una condivisione di seconda mano, in quanto il mezzo attraverso il quale essa si espleta, almeno a livello umano, lascia il tempo che trova. 

Internet è comunque a tutt'oggi il mezzo più efficace attraverso il quale posso diffondere un'idea.  Mi vengono i brividi soltanto a immaginare a che punto ci saremmo potuti trovare oggi se Martin Luther King o Peppino Impastato avessero avuto a disposizione le nostre possibilità...



domenica 26 aprile 2009

Copyright Vs. Fair Use

Dopo il virus e l'aggiornamento automatico nonsupportato che hanno distrutto l'equilibrio del mio pc, eccomi di nuovo qua..quest'oggi a disquisire sul copyright.
Quanto i ''diritti d'autore'' incentivano la proliferazione delle opere dell'ingegno?? E quanto la impediscono?? La questione è sottile.  Ma quanto l' opera del MIO ingegno può essere utile se TU non ne puoi usufruire?  Perchè impegnare tempo e risorse nella messa a punto di un farmaco e poi coprirlo con un brevetto? Così non tutti potranno permetterselo. A chi sarà servito il TUO farmaco? Non mi sembra una prospettiva molto distante da quella che stiamo trattando. 
E' perfettamente lecito che una persona si aspetti un riconoscimento per un'idea che lei per prima ha messo in circolo, ma deve anche fare in modo che questa sua idea non rimanga fine a se stessa.
Ho scritto una canzone e voglio che venga sempre citato il mio nome alla fine. Mi preme assicurarmi che la gente associ sempre il titolo di quel libro di successo al mio nome.E' giusto. Ma far pagare migliaia di dollari per un'apparizione accidentale come nell'esempio del fumetto è decisamente troppo. C'è sempre da operare una distinzione caso-per-caso.
La questione è diversa se in gioco c'è una novità da cui potrebbero trarre beneficio tutti. Congelarla per mantenere il primato sarebbe un'assurdità...perchè è dalla cooperazione delle menti e dal mettere le proprie capacità a disposizione degli altri che nascono il miglioramento e l'innovazione. E' questo, a mio parere, il concetto da DIFENDERE perchè troppo spesso maltrattato dall'arrivismo e dalle pretese del dio denaro.




giovedì 2 aprile 2009

Tutto col gioco,niente per gioco


'' L'uomo è pienamente tale solo quando gioca'' 
( Friedrich Schiller)

In questi pomeriggi passati a cercare di memorizzare vocaboli e vocaboli letti sul libro di anatomia mi è venuto da pensare a tempi più felici e da rimpiangere le vie di apprendimento ''alternative'' che ho percorso quando ero bambina.
Non finirò mai di stupirmi del fascino di uno strumento oggi ormai sempre più sottovalutato : il gioco.
Oltre ad aiutare a crescere più felici, il gioco è uno strumento che aiuta a trasmettere valori e ad apprendere in maniera,come dire..''inconsapevole''. 
Quando gioca, il bambino impara l'importanza delle regole perchè per divertirsi è necessario che '' giochi secondo le regole''. Sperimenta il valore della comunità e dell'impegno comune nel gioco di squadra e diventa consapevole di sè attraverso il proprio ruolo.Sviluppa la fantasia inventando storie e ambientazioni. Si fa nuovi amici. Condivide esperienze.Sviluppa la manualità.Conosce la natura.
Scopre i propri talenti e si misura con i suoi limiti.Sente la fatica.Vive all'aria aperta. Si sporca. Si mette in gioco.Cresce.E fa tutto questo divertendosi e a costo zero.O al massimo al costo di una palla.Bellissimo.

Si,perchè il gioco vero non è quello dei mega-set-super-colorati della pubblicità. Tutti cercano di incastrarci in qualche modo, perfino su questo. Per giocare basta poco. Anche costruire quello che serve per una battaglia indiani-cow boy e tutto l'armamentario che servirà per il gioco successivo può diventare un gioco.Un gioco dentro un altro gioco. Mamma mia.Sarà perchè mi piacciono i bambini e mi ci perdo parecchio.Sarà perchè, come dice qualcuno, ''ho l'animo bucolico''.Sarà perchè questa cosa mi affascina davvero.Ma per me è così che è.

Non c'è cosa più triste di un bambino che non sa o che non può giocare.E di un adulto che non si ricorda più come si fa.Sono convinta che continuare a giocare con i nostri fratellini, i nostri cugini, i vicini, i lupetti..fa più che bene anche a noi adulti..e ci aiuta a non far soffrire il bambino che c'è in noi..